La Guida allegata, è un aggiornamento, rispetto a quella già condivisa e diffusa insieme alle AACC a luglio 2022, che recepisce le novità normative intercorse.
Dal 2020, i PIR devono rispettare limiti di investimento di 40.000 euro annui e 200.000 euro complessivi. Almeno il 70% del portafoglio deve essere investito in strumenti finanziari di imprese italiane o europee con una stabile organizzazione in Italia. Un minimo del 25% di questo 70% deve essere destinato a imprese non incluse nell'indice FTSEMib, e un ulteriore 5% a quelle non incluse negli indici FTSEMib e FTSEMid Cap.
Nel 2020 sono stati introdotti i PIR alternativi, rivolti alle piccole e medie imprese non quotate, con limiti di investimento più elevati: fino a 300.000 euro all'anno e un massimo di 15 milioni di euro complessivi. Anche questi PIR offrono esenzioni fiscali sui rendimenti, purché l'investimento sia mantenuto per almeno cinque anni.
È importante valutare con attenzione, insieme a un consulente finanziario, gli obiettivi di investimento, la composizione del portafoglio, e il proprio profilo di rischio/rendimento prima di sottoscrivere un PIR. La documentazione precontrattuale fornisce dettagli sui costi, i rischi, i rendimenti potenziali, e altre specificità dell'investimento.

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